Il covo del coniglio impaurito


Dopo una settimana, e forse più, di maltempo ci vuole qualcosa per rischiararmi la giornata; e cosa ci può essere di meglio di una serata all’insegna della buona musica? Direzione Il covo di Bologna, locale in cui non sembra mai inverno grazie all’alta temperatura dovuta alle misure esigue del locale ( beh, se no non si sarebbe chiamato covo, dico io, magari cambiare impianto di aereazione sarebbe un’idea). Non amo gli spazi angusti ma tocca sacrificarmi, visto che suonano i Frightned Rabbit.

Insomma ma chi è questo coniglietto spaventato? A vederli così sembrano il classico gruppo americano, fisicamente parlando, per lo meno i fratelli Hutchinson lo fanno pensare e invece no, son scozzesi. Se dici Scozia i primi gruppi che mi vengono in mente sono i Franz Ferdinand, i Cinematics, gruppi che viaggiano sull’onda della new-wave, oppure i Mogwai , Biffy Clyro, insomma potrei elencare altri millemila gruppi per arrivare a dire che i Frightened Rabbit provengono dalla Scozia, fanno un genere folk rock e giunti al terzo album hanno ben pensato di fare due tappe anche nel belpaese .

Arriviamo verso le 9 al locale, e scopriamo che ancora non c’è nessuno, il tempo di andare a rifocillarsi e tornare che già incomincia ad arrivare gente. Phew, sventato il pericolo “band + decina di spettatori” come è successo a milano la sera prima e come faranno notare gli stessi ragazzi sul palco durante lo show.

Li ho visti quest’estate al Pukkelpop (noto festival belga, per chi non lo sapesse) e piacevolmente colpita sono tornata a rivederli in quest’autunno piovoso. Verso le 11, i nostri salgono sul poco capiente palco e attaccano con il brano di apertura di “The winter of mixed drinks” Things, giusto per far capire al pubblico che quello di cui hanno bisogno è il calore umano, no cose materiali. Il concerto prosegue alternando brani nuovi a quelli dei precedenti album come The Modern Leper, Old Old Fashioned, Head Rolls Off, I Feel Better, Good Arms Vs Bad Arms, Swim Until You Can’t See Land ed intanto il locale si riempie e la gente applaude i cinque scozzesi, che si danno anima e corpo e sudano copiosamente (come il resto dei presenti, immagino). Chiude la prima parte del concerto la bellissima The loneliness e tutti insieme li accompagniamo battendo le mani e urlando, come recitano le parole della canzone “to prove to everyone that I exist” . L’encore è affidato a The Twist e ad una superba Keep yourself warm ed ancora una volta, per chiudere il circolo, dimostriamo il nostro calore cantando a squarciagola il loro pezzo più famoso. Le luci si spengono, Scott fugge via appena la canzone termina e il resto dei Frightened se ne va poco dopo salutandoci.

E così arriva anche la nostra ora di rimetterci in marcia verso casa; fuori il tempo è uggioso ma noi siamo di tutt’altro umore, fortunatamente.

(testo e foto di Laura Pietosi, foto di Francesca Sara Cauli)

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2 thoughts on “Il covo del coniglio impaurito”

  1. benvenuta Laura e in bocca al lupo..

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