Alla quarta o quinta esibizione seguita di un artista, uno spettatore si aspetterebbe di sentire il già sentito. Fortunatamente non è così per molti concerti jazz, e ancora meno per Stefano Bollani. L’originalità non è solo nella formazione ma anche nell’ispirazione della serata.
Questa volta sul palco della Sala Sinopoli all’Auditorium di Roma, va in scena un concerto-tributo a Frank Zappa, di una formazione di tutto rispetto:
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Il talento nostrano di Bollani, indiscusso leader del quintetto, viene affiancato da un talentoso Adasiewicz al vibrafono, dall’ammiccante Roseman al trombone. Forse sottotono, o almeno sotto-volume, Grenadier (che ricordiamo migliore a fianco di Mehldau), mentre fin troppo sonoro Jim Black alla batteria.
Sonorità impegnative a tratti che spingono una minima parte della sala gremitissima ad abbandonare la sala prima del tempo, abbandono affrettato perché con la giusta pazienza dopo poco si sarebbero ricreduti. Il tributo a Frank Zappa si snoda attraverso suoni e accostamenti azzardati, scambi di strumenti tra gli artisti, strumenti per bambini che stridono ma si incastonano armonicamente poi. E come non apprezzare un vibrafono suonato con l’archetto di un contrabbasso?
Ah…no, non era Zappa a suonare, era Bollani che gli tributava il giusto onore…due stravaganze a confronto, ma non confuse ne confondibili.
Da provare.
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(foto e testo di Mirko Simeoni)
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