Canale Monterano…insoliti colori

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Il piccolo comune di Canale Monterano, 3709 abitanti distribuiti su una superficie di ca. 37 kmq (fonte Wikipedia), si trova nella provincia di Roma non lontano dal lago di Bracciano.

Antico borgo etrusco appartenente alla Tuscia Romana, Canale Monterano si staglia sulla cima di un’altura a 378 m.s.l.m., posizione che, insieme ai ripidi dirupi che la circondano, lo resero a lungo inviolabile.  Oggi tale borgo è noto per essere il cuore della  Riserva naturale di Monterano, tipico e bellissimo ambiente Tolfetano, caratterizzato dalla solfatara, da folti boschi di quercia e da corsi d’acqua ancora integri.

La storia

Per meglio presentare Canale Monterano bisognerebbe probabilmente partire non dalla sua storia, ma addirittura dalla Preistoria. Esso affonda infatti le sue origini negli insediamenti primitivi presenti nel territorio canalese e testimoniati da diversi reperti preistorici, nei pressi del corso del torrente Lenta zona ricca di caverne naturali.

Le prime testimonianze storiche risalgono invece all’epoca dello splendore etrusco. Furono proprio gli Etruschi a fondare il paese e a fortificarlo con numerose opere murarie che andarono a consolidare una naturale difesa dovuta alla posizione arroccata su cui venne fondato.  Purtroppo, delle opere urbane di tale epoca non si ha oggi che un lontano ricordo, a causa delle tecniche di costruzione usate (baste su materiali deperibili quali legno e argilla) e di una mancata opera di scavi archeologici sistematici nella zona. Ciò nonostante è possibile ad oggi visitare alcuni siti residuali nella zona che testimoniano la presenza di necropoli risalenti a quel periodo.

3571086982_23871c48c3_mCome per molte realtà etrusche, anche Monterano subì  (o forse si può dire si giovò) l’espansione del potere di Roma che giunse ad includere tale località sotto la sua sfera di potere.

Dopo una prima fase passata “ai margini”, a partire dal II secolo a.C. la regione fu oggetto di una colonizzazione romana piuttosto intensa che portò presto allo sviluppo di un vero centro urbano con le adeguate infrastrutture per garantire lo sviluppo dei borghi rurali della zona. Da questi prima passi di insediamento organizzato, venne a svilupparsi l’abitato noto come Forum Clodii, lungo la via Clodia, sul lago di Bracciano. A partire del IV secolo d.C. , si fece sempre più insidiosa però l’azione di conquista dei  Longobardi che si spinsero fino alle porte di tale abitato, spingendo molta popolazione del posto e, soprattutto, il Vescovo e la Curia a rifuggiarsi nella vicina Monterano forte della sua posizione sulla sommità del colle. Questo evento portò alla rinascita dell’antico borgo etrusco, con un nuovo impulso urbanistico che porto alla costruzione di varie opere oltre alla residenza vescovile e della curia stessa.

Ciò pose Monterano in posizione centrale come centro più importante dei monti Sabatini almeno fino al X secolo, quando fu Sutri ad assumere la diocesi.  Quest’ultimo evento, comportò un nuovo periodo di depressione per Monterano che durò fino al 1300 ca. quando vide una nuova giovinezza grazie allo splendore acquisito dal vicino centro di Bracciano.

Quindi, tra varie vicende,  tra il 1000 e il 1300, Monterano vide diverse volte la luce e il buio dando alternativamente i natali a vescovi e capitani di ventura per cui divenne più o meno famoso. Negli ultimi secoli del medioevo comunque Monterano non era famoso solo per i suoi figli, condottieri o meno che fossero, ma anche per il suo vino, che venne considerato come la migliore bevanda della penisola. Ne fa testimonianza un lettera redatta da Sante Lancerio, l’esperto bottigliere di papa Paolo III, nel 1549 in cui si legge:

… Il vino di Monterano si porta all’alma Roma per terra da un castello così chiamato, distante da Roma una grande e grossa giornata. Questo è un castello antico di casa Orsina et vi è una grandissima selva denominata Lamantiana. Questo vino è tanto buono, che a volere narrare la sua propria bontà et scrivere assai, sarei troppo lungo et non potrei tanto scriverne et laudarlo, quanto più merita essere laudato.
Tale vino credo certo, secondo il mio giudizio et la mia esperentia, non habbi pari bevanda in tutta Italia …

Nel ‘500, nel pieno della crisi commerciale che colpiva buona parte della penisola,  i latifondisti impiegarono molte risorse per lo sviluppo dei loro possedimenti. Non si sottrassero a ciò gli Orsini di Monterano e di Bracciano, i quali cercarono di rendere quanto mai produttivi i propri terreni con una razionalizzazione delle colture e con particolare attenzione alla cura dei vigneti. Contemporaneamente allo stato di tranquillità interna dello Stato Pontificio che favorì tale  sviluppo agrario, la Toscana si trovò a fare i conti con una grave crisi politica dove assurse al dominio assoluto la famiglia dei Medici, che fondò il Ducato di Toscana.  Come conseguenza, molti abitanti di Umbria e Toscana, abbandonarono la propria terra e si trasferirono nella Silva Mantiana organizzandosi in vari nuclei abitativi,  ai piedi del monte Sassano, l’attuale Monte dell’Eremo. Lentamente tali nuclei abitativi, essenzialmente fatti di capanne, diedero origine ai primi insediamenti stabili che identificabili oggi con i centri di  Canale, Montevirginio, Manziana, Quadroni e Oriolo.

In particolare, l’attuale Canale Monterano ebbe origine dagli insediamenti risalenti a tale periodo sul versante occidentale del monte Sassano. Esso non fu frutto di un organico programma urbanistico, bensì come risposta alle esigenze dei vari coloni. Il nucleo centrale, oggi il Corso della Repubblica,  è  nulla più che un “canale” ottenuto disboscando la zona alle falde del Sassano in direzione nord-sud: lungo questa via sorsero poi le varie case e botteghe. All’inizio, a testimonianza della sua origine “spontanea”, il nucleo non aveva un nome preciso, veniva indicato come “le capanne” e solo dopo prese il nome di Villa di Canale di Magliano o semplicemente Canale. Solo dopo essere divenuto parte dello Stato Italiano assunse il nome di Canale Monterano.

La natura

3570202105_236f292148_mNon si può parlare di Monterano, senza fare cenno alla natura particolare in cui si immerge e che lo rende centro di una bellissima riserva naturale.

Il territorio è quello della regione tolfetano-sabatina, un’area collinare di modesta altitudine formata dai resti dell’antico Vulcano Sabatino, del quale rimangono i crateri che costituiscono i laghi di Bracciano e di Martignano. L’area è fittamente ricoperta da vegetazione appartenente al bosco mediterraneo e presenta una particolare morfologia del suolo vulcanico. Tipicità della zona sono i sedimenti calcarei su cui riposano i “flysch” tolfetani, strati sovrapposti di argilliti, arenarie, marne, e calcari, risalenti ai periodi Cretaceo e Paleogene nell’ambito dell’oceano Tetide.

Questi e altri terreni marini di origine preistorica sono coperti da terreni vulcanici. In particolare vi sono residui di “peperini listati”, tufi, colate laviche, per una varietà rocciosa che ha arricchito il paesaggio rendendolo ricco di sorprese. Si alternano, nella zona, dolci declivi di rocce sedimentarie e ampie vallate fluviali, strette gole con pareti verticale ricche di tufi e peperini, con zone ricche di zolfo e manganese, e sorgenti di acque solfuree e mineralizzate.

Nei pressi di Canale Monterano, è facile quindi imbattersi in corsi d’acqua che affiorano tra le rocce e che portano con se testimonianza della storia geolica del posto. Si può camminare tra le antiche rovine di epoche passate, coglierne con stupore l’imperitura bellezza, e sentire l’odore di storia e, proprio quando si pensa di aver concluso la visita, trovarsi dinanzi a torrenti di un insolito colore rosso.

L’unione armoniosa di storia e natura rendono tale località un naturale “set fotografico” donato dalla sorte agli amanti dell’emulsione e dei megapixel.

Il nostro snaper robsim non si è sottratto a tale fascino e, in compagnia di altri appassionati fotografi, si è recato sul posto per regalarci una testimonianza diretta fatta di immagini della felice sinergia che a volte uomo, storia e natura sanno raggiungere.

Ovviamente vale più un’immagine di mille parole, per questo motivo vi lasciamo alle foto del nostro “reporter” che ringraziamo…a noi non resta che augurarvi una piacevole visione segnalandovi l’album fotografico che potrete raggiungere con un semplice click sulle foto di questo breve reportage.

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